Pubblicato su politicadomani Num 91 - Maggio 2009

Riproduzione umana
Le origini della
fecondazione artificiale


I primi tentativi, i primi successi, la posizione dell'Italia in seguito al congresso del 1959

di Marta Pietroni

I primi tentativi di inseminazione artificiale (IA)furono eseguiti sul baco da seta e risalgono al 1600. Poi, nel 1725, fu la volta dei pesci, con studi su uova di salmone e trota. Bisognerà arrivare al 1782 per assistere ai primi successi sui mammiferi ottenuti con l'inseminazione artificiale su una cagna. Tre anni più tardi lo scienziato Thouret riuscirà a guarire l'infertilità della moglie attraverso un'iniezione transvaginale del proprio liquido seminale. Seguirono numerosi tentativi pochi dei quali ebbero successo. Nel 1884 fu praticata da Pancoast la prima inseminazione artificiale eterologa. Da allora la tecnica si diffuse in brevissimo tempo nella prassi e nella letteratura medica.
La fecondazione artificiale può essere omologa oppure eterologa. In relazione alle tecniche usate, può essere intracorporea oppure extracorporea. È detta omologa quando parte dai gameti dell'uomo e della donna che desiderano insieme avere un figlio. Se invece il concepimento avviene a partire dai gameti provenienti da almeno un donatore esterno alla coppia è detta eterologa. È extracorporea quando l'incontro dei gameti avviene in vitro e intracorporea se il trasferimento dello sperma avviene in vivo, nelle vie genitali femminili. Nella fecondazione artificiale in vitro c'è anche la possibilità di trasferire l'embrione nell'utero di una donna esterna alla coppia disposta a far crescere nel proprio corpo l'embrione voluto e creato con il concorso della coppia (la cosiddetta "madre in affitto"). Questa tecnica è detta FIVET, fecondazione in vitro con embryo transfer, e fu ipotizzata nel 1937. Il primo successo è del 1978, quando nacque Louise Joy Brown, che è il primo essere al mondo ad essere stato concepito in provetta. I "tecnici" del procedimento furono i professori Edwards e Steptoe.
Il metodo della fecondazione eterologa in vitro si diffuse velocemente negli Stati Uniti, tanto che sembra che già nel 1981 esistessero più di mezzo milione di figli di donatore sconosciuto.
In Italia primo successo di fecondazione in vitro ci fu solo cinque anni più tardi, nel 1983 a Napoli. Nel nostro paese l'inseminazione artificiale ha avuto uno sviluppo più lento che altrove. Da noi si parlò per la prima volta di inseminazione artificiale nel 1923 in occasione del XXII Congresso della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia. In un congresso del 1959 la Società Italiana di Medicina Sociale dichiarò lecita l'inseminazione artificiale intraconiugale esclusivamente nel caso in cui questa tecnica era il solo mezzo in grado di correggere una malformazione congenita o causata da malattia. Riteneva invece l'inseminazione artificiale eterologa illecita e pericolosa per il genere umano in quanto erano sconosciute (e potevano essere molto gravi) le conseguenze di tipo biologico e anche etico che questa prassi comportava. Tali conclusioni influenzarono per molti anni la prassi medico-ginecologica italiana, che per molto tempo non ha avuto altri riferimenti al riguardo, mancando sul tema specifico un'apposita legge.

Per approfondimenti:
Elio Sgreccia, Manuale di bioetica, IV Ed., Vita e Pensiero, Milano 2003, pp. XXVI-997. 55,00 eu

 

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